Illuminismo
- studiaconoi1
- 29 set 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Introduzione sull'Illuminismo
L’illuminismo in Italia arrivò nella seconda metà del 700. Gli illuministi italiani misero in pratica il loro pensiero, questo portò a forme letterarie più rapide accessibili a tutti come il saggio, il discorso, gli articoli di giornale. Gli illuministi usarono il poemetto, un esempio è Giuseppe Parini. Nella seconda metà del 700 si affermò il romanzo in Francia e in Inghilterra, mentre in Germania nacque con Johann Wolfgang Goethe. In quell’epoca fu investita anche la poesia lirica del Neoclassicismo, movimento culturale nato dalle arti figurative e legato alla riflessione estetica elaborata da Winckelman. Molti letterati contribuirono alla politica riformatrice dei giovani che sperimentano il “dispotismo illuminato”, spinti dalle idee illuministiche di quei tempi. I rapporti fra letterati e politici non furono sempre facili. Le iniziative dei sovrani venivano regolate da ragioni politiche come il consolidamento del potere e il risanamento delle finanze. I centri dell’illuminismo furono Milano, Modena e Toscana dei Lorena. Per la Repubblica di Venezia le idee illuministe entrarono incidendo nel teatro con Carlo Goldoni.

Generi letterari
Saggistica: breve di tipo problematico e divulgativo; pamphlet era polemico-satirico; discorso per un pubblico vasto e delimitato; lettere; articoli di giornale;
Dialogo: sopra la nobiltà (Parini); sopra l’ottica newtoniana (Algarotti);
Narrativa: assenza di romanzo e presenza di forme tradizionali.
Intellettuale illuminista
Era un letterato, filosofo e moderno studioso che approfondiva in modo selettivo i settori in cui il nuovo sapere si era sviluppato. I temi centrali erano: il diritto di economia, la finanza, il commercio, l’istuzione e i costumi sociali, cioè tutto ciò che poteva migliorare la società.
Il caffè
La vicinanza della Francia, Svizzera e Vienna facilitò la diffusione dell’illuminismo a Milano e Lombardia. Il rinnovamento culturale ricevette un impulso da alcuni intellettuali riuniti all’accademia dei pugni e successivamente alla rivista “Il Caffè” sotto la guida dei fratelli Verri per i 35 numeri usciti dal 1764 al 1766, vi collaborò pure Cesare Beccaria. A Napoli filosofi e politici collaborarono dagli anni ’80, dopo il matrimonio di Maria Carolina con Ferdinando IV di Borbone. L’opera dei riformisti fu ostacolata nella società medievale dai baroni che avevano grandi competenze giurisdizionali.
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